La xenopolititemia era una rara malattia del sangue, la quale causava un'eccessiva produzione di globuli rossi nel corpo umano. Tale patologia era sempre fatale nel giro di un anno se non veniva curata quando si trovava nello stadio iniziale. La cura, della quale erano in possesso i Fabrini nel XXIII secolo, era molto fastidiosa, ed i farmaci dovevano essere somministrati a piccole dosi in intervalli specifici di tempo. Quando venivano somministrati in tempo, la guarigione era del 100%.
Nel 2152, quando il capitano Archer venne rapito e messo sotto processo dall'Impero Klingon, il dottor Phlox gli disse di aver contratto la xenopolicitemia per poterlo avvicinare. Disse che si trattava di una patologia altamente contagiosa, e che avrebbero dovuto metterlo in quarantena per far in modo che la guardia se ne andasse. (ENT: "Il processo")
Negli anni 2150, un campione del patogeno di questa patologia fu immagazzinato presso la Cold Station 12. (ENT: "Stazione 12")
Il dottor McCoy contrasse la xenopolicitemia nel 2268, ma Spock scoprì una cura tra il sapere tecnologico dei Fabrini. Christine Chapel somministrò con un hypospray una dose di farmaco, e affermò che la "conta dei globuli bianchi era tornata normale". Spock, dopo aver consultato il proprio tricorder, aggiunse che la "sua emoglobina è tornata normale, dottore, il che indica che il flusso di ossigeno alle cellule del suo corpo ha raggiunto i propri livelli abituali." (TOS: "Ho toccato il cielo").